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Firma Sergio Figuccia Titolo Sergio Figuccia

Critica e commenti - Rassegna stampa e critica

Recensione Rita Caramma - Cronaca Oggi Web

Febbraio 2009 - "E' un artista poliedrico, versatile, con una sensorialità espressiva che si manifesta in accesi cromatismi e realtà surreali. Spazia dal fumetto alla pittura per approdare all'installazione e..."

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Stralcio di una recensione di DINO ALES

Gennaio 2000 - E' difficile definire come "luoghi" gli spazi in cui la visionarità pittorica di Sergio Figuccia colloca i suoi "eventi"; sono "luoghi" ed eventi fantastici, dell'anima: "non luoghi". Ad essi si accede seguendo gli immaginari itinerari dell'artista, magari saltellando da un elemento all'altro, da una particella all'altra di quel suo puzzle infinito, mai del tutto composto, buttato lì come in un sogno che con la realtà si confonde, in attesa che la mano ordinatrice della ragione lo ricomponga.

Figuccia si serve degli elementi del puzzle come strumento compositivo, di racconto di un paesaggio, come quando sono aggregati a comporre un'isola o l'acciottolato di una strada, ma anche come cifra stilistica personale, rivelatrice di un'identità.

Lambisce, senza immergervisi del tutto, ma senza mai allontanarsi da esso, un figurativismo che supera la pura visività impressionista, in senso spiritualista; quella di Figuccia è un'arte che rivela l'ansia della ricerca, ed anche l'esigenza dello spirito che vuol cogliere della realtà non più o non soltanto le sembianze certe e visibili, ma il ritmo di una segreta, misteriosa trasmutazione.

Critica e commenti - Sergio Figuccia

Stralci di giudizi critici di GIOVANNI CAPPUZZO su opere o mostre

Febbraio 1989 - Sergio Figuccia, che opera con lo pseudonimo di "Serfì", predilige, con tratto sobrio e con una certa eleganza stilistica, tracciare a punta di matita volti di donne in positure sentimentali tra romantiche e sognanti. La proprietà di linguaggio grafico rivela il possesso di un entroterra tecnico di notevole spessore, che l'artista in altre circostanze ha posto al servizio di intenzionalità sociali intelligentemente risolte.

Marzo 1988 - Sergio Figuccia, con profonda convinzione sostiene che: << qualsiasi operazione artistica non è altro che una proiezione "fisica" più o meno riuscita dell'animo umano ed anche se il suo prodotto finale è privo di spessore artistico o non è apprezzato e compreso, non è mai un fallimento, perchè si tratta, in ogni caso, di un grandissimo atto d'amore >>.

La sua affermazione-confessione così calda ed appassionata è affidata, sul filo di una partecipata modulazione emotiva, a questo entroterra sentimentale, a questa ricca vena che, operando dialetticamente, non è altro che lo strumento che conferisce ai suoi lavori una rasserenante dimensione, ma di una contemplazione che puù apparire distaccata; dietro forse c'è una trepida ansia che in ogni caso si lega e si raccorda a quell'atto d'amore di cui parla lo stesso pittore.

Febbraio 1988 - Il segno di Figuccia ha una sua fresca disinvoltura espressiva, affidata talvolta ad una vena di riscoperto romanticismo.

Critica e commenti - Sergio Figuccia

Recensione di GABRIELLA CIANCIMINO dal quotidiano "La Sicilia"

Sabato 24 Gennaio 2004 - "I solidi ignoti" di Sergio Figuccia: un mondo pittorico fatto di geometria razionale e libertà cromatica. Da oggi pomeriggio alle 18 fino al 15 febbraio la personale del pittore sarà aperta al pubblico presso la Galleria d'arte Studio 71. Le tele esposte hanno un denominatore comune sia dal punto di vista formale che compositivo, cioè la dualità tra una precisa costruzione matematica dei "solidi" e una scelta coloristica senza regole.

Alcune delle diciotto tele in mostra ritraggono essenziali paesaggi urbani, resi ancora più contemporanei dalla patina plastificante dell'acrilico. Il fruitore, quindi, diviene osservatore del proprio mondo, ma in realtà i destinatari di questi lavori pittorici non siamo noi, uomini e donne del 2004, ma le generazioni future che tramite le visioni di Figuccia, potranno conoscere il volto delle città all'inizio del XXI secolo.

Nè noi, nè i nostri predecessori abbiamo avuto la fortuna di possedere delle documentazioni su, ad esempio, gli Stonehenge o di svelare i misteri che avvolgono ancora in parte le Piramidi. E proprio ispirandosi alle strutture egizie e alle antichissime pietre monolitiche, Figuccia realizza alcuni dipinti, dedicandone uno anche ai "Bunker" della Seconda Guerra Mondiale....del resto proprio questi ultimi saranno alcuni tra gli enigmatici reperti architettonici che giungeranno ai nostri postumi.

<<Alcune costruzioni - si interroga Figuccia - edificate nel nostro attuale momento storico cosa potranno sembrare ai futuri abitanti della terra? Siamo così sicuri che per i nostri eventuali post-atomici pronipoti saranno ancora decifrabili gli impianti eolici, le isole petrolifere, i bunker e i grattacieli?>>

Critica e commenti - Sergio Figuccia

Stralcio della recensione di DANIELA DI RAFFAELE sul totem di pietra

Gennaio 2004 - Qualcosa si aggira intorno a noi: è il vento dei secoli, il vento dei tempi che si apre in uno spazio senza centro, nè sopra nè sotto, generando Solidi ignoti di forme pietrificate. Dove? In quale regione dell'essere? Forse in quella dove Adamo, camminando nella solitudine del vuoto, ha piantato dei segni, lasciando il frutto del raccolto a Sergio Figuccia.

L'evoluzione ha giocato il suo scacco matto nel trascorrere dei millenni, cosicchè quello che era solo un segno adesso si affaccia all'universo con aria imponente, solida e sicura di sè. Sono reminiscenze di mondi lontani, presenti e futuri modulate nel dominio della forma e delle sue combinazioni: piramidi, torri, isole, ecomostri, muraglie, monoliti, grattacieli, bunker.

Sono pietre colossali che niente e nessuno puù privare del loro senso: la loro struttura respira l'eco degli anni, la solitudine, la vertigine del vuoto e la trasparenza di ciù che rimane. Tutto e niente. La presenza di qualcosa di tangibile, incontro a noi ma nello stesso tempo l'enigma di un rebus o per meglio dire di un puzzle irrisolto dove ogni pezzo vive la sua solarità in un contesto di congiunzioni e ingranaggi.

Ed è in questo continuo rilancio dell'immaginazione che l'artista colloca le sue forme volumetriche in uno spazio neutro, vuoto, puro dove si consuma il terrore di un contatto. Già perchè l'uomo è fuori dal circuito di ciù che ha creato, la sua presenza è la solidità di queste pietre dai colori lucenti e brillanti, il brivido che dall'alto al basso ci trasmette il fascino della profondità. Forse quella di Figuccia è anche una prefigurazione di come potrebbe essere il mondo senza l'uomo. Può darsi, ma in ogni caso il sole continuerà ancora a splendere alto e la luna veglierà i nostri sogni.

Critica e commenti - Sergio Figuccia

M.M.M. per una critica ragionata alle globalizzanti mutazioni di massa di
GIACOMO ALESSANDRO FANGANO

Ottobre 2004 - Il 6 ottobre si inaugura presso il Complesso Monumentale dell'ex Convento della Magione, in Piazza Magione a Palermo, la mostra di Sergio Figuccia (Palermo, 1954 dal titolo "M.M.M - Mute Mutazioni di Massa". In questa mostra, il lavoro dell'artista ruota intorno ai grandi mutamenti, che nell'epoca della globalizzazione, non risparmiano nessuna aspetto delle nostre vite. Questi cambiamenti diventano ancora più pericolose perchè sembrano avvenire velocemente e in modo strisciante, insinuandosi nella quotidianità mutandola radicalmente.

Il curatore Salvo Ferlito così descrive la pittura di Figuccia: "Il segno grafico forte ed incisivo (a testimonianza d'un mai rimosso retaggio grafico-vignettistico), il rutilare caleidoscopico di cromie vivaci e non di rado accostate secondo criteri di dissonante polifonia, la figurazione sintetica e inclinante verso suggestioni astratto-geometriche e in qualche caso anche optical, la stesura pastosa ed a tocchi quasi divisionistici sono i collaudati espedienti tecnico-linguistici grazie ai quali porre in essere l'attenta scansione visuale dei singoli capitoli, dando corpo ad una coordinata narrazione per immagini ove la tendenza al semplicismo didascalico è sempre temperata dal vigore umoristico d'ogni singola dissertazione".

In questa mostra multimediale saranno in esposizione diciassette opere pittoriche, tre installazioni e due cortometraggi proposti in loop. Alle installazioni ha collaborato il musicista palermitano Alfonso Dilio che ha curato la sonorizzazione. Tipicamente derivati dalla cultura isolana sono i temi dei cortometraggi. In "Solo ritorno..." si parte dal legame che hanno gli uomini con la propria terra per parlare dell'emigrazione, mentre in "Killer per ...caso" si indaga sul senso del fatalismo. La mostra, organizzata dal portale d'arte "Pittorica.it", ha ottenuto il patrocinio dell'Assemblea Regionale Siciliana e della Soprintendenza dei Beni Culturali e Ambientali di Palermo, e proseguirà fino al 25 di Ottobre.

Critica e commenti - Sergio Figuccia

Recensione di DARIO LO VERDE

Gennaio 1999 - "Nessuno" attraversa una valle spoglia, immersa in una crepuscolare penombra e, reggendo un globo in una mano, volge lo sguardo con desiderio e rimpianto verso un "lontano" orizzonte, dove le nuvole esaltano le ultime intense e variopinte fantasie di luci del sole che tramonta. "Nessuno" porterà con sè quel piccolo globo e con esso i suoi sogni di conoscenza, ormai cristallizzati per sempre in una dimensione del tutto interiorizzata, spiritualità che non si realizza.

Una significativa metafora dell'uomo moderno, questa rappresentata sulla tela di Sergio Figuccia, che ,come in altre sue opere, il pittore palermitano aggancia alla forza del mito, ora classico ora anche moderno e frutto di pura fantasia autogena. Il linguaggio figurativo di Figuccia, talora concettuale e non privo di suggestioni surrealistiche, reca significati, visioni ed "espressioni" che sembrano distillare una certa percezione dell'extratemporalità dell'animo umano e un profondo sentire legato al mondo "attuale" in una costante quanto umile proiezione verso l'infinito.

Critica e commenti - Sergio Figuccia

Poesia di NUCCIO MULA dedicata a Serfì - Gennaio 2002

Sortilegi di Segni
separano l'Essenza dal Mendacio
ri-velando le trame
dell'Enigma
Nell'Ardere del Buio
epifanie di evanescenze
danno Maschere ai Volti
sui virtuali sipari
dell'Illudersi
Desiderio ed Angoscia
offrono corpi al morso delle Furie
mentre l'eco rivolge
pentagrammi
ad un Rimpianto
che percuote
il Cuore
Categorie d'Indignazione
lasciano segni di orme rosse
sull'anima piagata ma non doma
e l'urlo scuote
il sonno degli dei
Tra
Macerie di Dedali
il Tempo decomposto sfida il Fato
nel sussulto di impulsi proteiformi
L'
Uno
diviene
Il
Tutto
/
E
abbraccia
Il
Nulla
nel
Simbolo
che
unisce
/
che
disperde

Critica e commenti - Sergio Figuccia

Recensione di ALESSANDRO PETRINI sul Giornale di Sicilia

26 Gennaio 2004 - Si è inaugurata presso la Galleria "Studio 71" una personale, patrocinata dal Comune di Palermo, dell'artista Sergio Figuccia, dall'insolito e ironico titolo "I solidi ignoti". L'artista, con le sue 18 tele inedite, elaborate con uno spatolato acrilico del tutto originale, svolge con efficacia e struggente ironia questo tema, a cavallo fra passato e futuro della storia dell'uomo, utilizzando affascinanti simboliche architetture, composte da geometrie policrome e significative didascalie che, come in tutti i suoi precedenti lavori, accompagnano le opere facendone parte integrante.

Questi "solidi" , come li chiama l'autore, spesso anche oggetto di culto, sono stati in certi casi ammantati da profondo mistero, abbandonati sul territorio con indifferenza, distacco e talvolta anche terrore, quasi fossero stati loro la causa delle tragedie umane alle quali hanno assistito. In altre circostanze, invece, sono stati strumento di crescita dell'uomo sempre alla ricerca di una giusta dimensione in un mondo bruto e animalesco.

Così in certi casi, come schiavi silenziosi, hanno contribuito ad innalzare l'umano spirito verso i vertici divini e trascendenti quasi a "sfidar le stelle", quasi a scendere a patti con Dio. I nostri "solidi" silenziosi, talvolta ultra millenari, ignoti e misteriosi, altre volte attuali, ingombranti e sgradevoli, ci tengono comunque compagnia lungo il tragitto che dobbiamo inevitabilmente percorrere. Sono la statica scenografia di un mutevole paesaggio che circonda il nostro passato, il nostro presente, e che non mancherà certo di avvolgere il nostro futuro.

Critica e commenti - Sergio Figuccia

Recensione di FRANCESCA ZAGRA

Gennaio 2004 - Ogni civiltà ha per propri testimoni costruzioni che sfidano la "durata di vita" e le trasformazioni della stessa, che ci parlano di un'epoca attraverso una particolare lente, ovvero mostrandosi come esiti di particolari modi di percepire, organizzare e vivere lo spazio, e di intervenire sul paesaggio lavorando e trasformandone gli elementi.Con la personale "I solidi ignoti", allestita presso la Galleria Studio 71, Sergio Figuccia punta i riflettori su imponenti architetture del passato e scorci contemporanei, indagati non nella loro specifica anima storica, ma nel loro valore cosmico.

Nelle tele domina un tempo assoluto, le poche ombre e gli astri freddi non danno alcuna connotazione temporale delle immagini, fanno parte del paesaggio, lo completano e giocano un ruolo in negativo, sottolineando un'assenza attraverso la propria presenza. I monoliti e le forme più elementari di architetture squadrate appaiono elementi di composizione, pezzi puzzle. Ciò che i colori accesi e gli acrilici, con la loro brillantezza, sembrano togliere alla arcana sacralità dei colossi rappresentati, è restituito dall'impianto compositivo fortemente geometrico, presentato da angolature che mirano ad esasperare la grandiosità delle costruzioni.

Si ha allora una forte componente cromatica combinata con l'austerità di forme simboliche; l'impianto è limpido e forte. Nei vari Stonehenge, templi Maja, piramidi e vertiginosi grattacieli odierni, anch'essi architetture-simbolo di un'epoca, non fatichiamo a riconoscere un comune destino di incomprensibilità; se storicamente de-contestualizzate, queste costruzioni appaiono dei "solidi ignoti".

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